Tari, il business dell’emergenza piace a Comune e Regione

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Si riattivino subito gli impianti a Forcone Cafiero, si faccia richiesta del fondo di solidarietà regionale e si parta con la raccolta differenziata. Sennò, con la scusa dei siti di trasferenza dei rifiuti, la Tari è destinata ad alzarsi ancora. Sempre a spese dei cittadini.

I colpevoli? Il solito Metta che ha ridotto Sia sul lastrico, fatto chiudere la discarica e perso gli impianti. Ma quando si tratta di fare macelli sui rifiuti Metta non è solo: con lui c’è la Regione Puglia del governatore Michele Emiliano e del “mammasantissima” Ager Gianfranco Grandaliano.

La Regione Puglia, in mano alla sinistra dal 2005, non ha un piano dei rifiuti. Ha un obiettivo 65% di raccolta differenziata immaginata da Nichi Vendola e Michele Emiliano, senza però avere strumenti seri per raggiungerlo. Anni di “no” preconcetti a discariche, inceneritori, termovalorizzatori hanno portato ad una continua emergenza. Ma è evidente quanto a qualcuno faccia comodo questa emergenza. Le discariche funzionanti sono poche e allora i rifiuti raccolti sono “temporaneamente” portati nei cosiddetti “siti di trasferenza”: da noi si chiama Ecodaunia, scelta dal sindaco in “emergenza” un anno fa di questi tempi. Portare da Ecodaunia i rifiuti anziché direttamente in discarica (a Massafra, perché grazie a Metta Cerignola non ha più una discarica attiva), ha dei costi crescenti e pesanti.

Esiste un fondo di solidarietà regionale di circa 4 milioni di euro per partecipare a queste spese sopraggiunte in “emergenza”. Ma se la Regione non lo erogherà entro il 31 luglio, ciascuno dei 258 Comuni pugliesi dovrà ritoccare il Pef, insomma dovrà aumentare ancora la Tari. Una tonnellata di umido (da raccogliere e portare in discarica) nel 2016 costava 80 euro, lievitati a 160 euro quando dalla discarica Sia siamo andati lontano a conferire. Oggi, con la sosta in “emergenza” da Ecodaunia, una tonnellata di umido costa 200 euro.

Che fare? Accedere al fondo regionale per non gravare sulle spalle dei cittadini, sicuramente. Ma attivare subito le biocelle che Aseco ha costruito a Forcone Cafiero negli impianti persi da Sia Srl a causa di Metta. Se il sindaco sbloccasse l’adeguamento dei locali, biostabilizzando (riducendo il volume dei rifiuti) porteremmo alla trasferenza e poi in discarica una quantità minore di frazione organica. E conterremmo i costi, perché limiteremmo questa continua “emergenza”.

In ultimo, serve avviare la raccolta differenziata, che oggi è ferma allo 0%, malgrado i proclami periodici di questo sindaco.

La strada esiste. Chissà se c’è anche la volontà.

Sennò avremo un nuovo aumento Tari.

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