CERIGNOLA – Non aver dato seguito all’Aia 66/2014 sugli impianti non solo sta facendo fallire la Sia Srl, ha creato disservizi nella raccolta e ha fatto schizzare del 18% la Tari: sta creando un “gravissimo danno ambientale” col percolato ben 12 metri oltre il livello consentito, inquinando inesorabilmente le falde acquifere. Questo il sindaco non lo dice, eppure è scritto dal Noe ed in un verbale dell’Ager, l’agenzia regionale dei rifiuti, presieduta da Gianfranco Grandaliano. Per questo appaiono inopportune e fuori luogo le informazioni inesatte e le invettive di un sindaco che crede sempre che nessuno vada a leggersi gli atti. A poco importa se frattanto cambierà il cda di Sia e lui tornerà in sella al Consorzio dopo le dimissioni-farsa. Avrebbe dovuto dimettersi anche da sindaco, giacchè il peccato originale è quel “no” al VI lotto con cui vinse le elezioni nel 2015.
IL VERBALE AGER DEL 23 MARZO | Da 3 anni, su quell’altare preconcetto si è lasciato in abbandono anche il V lotto di discarica, ormai saturo. Ma non occorre parlare all’infinito, se in un verbale dell’Ager del 23 marzo c’è tutto: dalle responsabilità del presidente del Consorzio sul capitombolo di Sia, alle verità sulle prospettive di ripresa, fino al danno ambientale.
Le dimissioni dalla presidenza, un mese fa, hanno consentito al sindaco di Cerignola di puntare la pistola alla tempia agli altri 8 colleghi del Bacino Fg 4, quando i 3 dell’Aro Bt 3 (San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli e Margherita di Savoia), avevano affermato di voler pagare di più solo a fronte del miglioramento dei servizi, o di servirsi da società diverse da Sia Srl. A loro il sindaco di Cerignola aveva lasciato il cerino in mano, accusandoli del fallimento eventuale della società di Forcone Cafiero.
Eppure le cose, tranne che nei suoi infiniti e reiterati monologhi, non stanno così.
BUGIA N. 1: CONTINUITÀ AZIENDALE DI SIA | Se solo Cerignola (il sindaco e il presidente del Consorzio sono la stessa persona in un amabile e continuo sdoppiamento) aveva sottoscritto un contratto (neppure controfirmato digitalmente da Sia), non era perchè gli altri 8 erano cattivi, ma perchè la stessa Sia non è certa di poter assicurare i servizi previsti nello stato in cui ormai versa. Lo dice il presidente del cda di Sia, Giuseppe Devenuto, il 23 marzo a Bari: “allo stato attuale non è possibile garantire il puntuale e richiesto assolvimento delle prescrizioni contenute nei capitolati”.
Quindi come si fa a firmare contratti se non ci si può assumere “l’impegno”? L’unica soluzione può essere la ricapitalizzazione di Sia Srl spalmandola percentualmente tra i 9 Comuni, ma il sindaco cerignolano continua a parlare d’altro.
BUGIA N. 2: COI 9 CONTRATTI SI SALVA SIA SRL | Frattanto, anche se il sindaco ripete il contrario come un mantra, l’Ager si guarda bene dall’esercitare i poteri sostitutivi nella firma coatta dei contratti al posto dei Comuni. Né la sottoscrizione dei 9 contratti d’Aro ed i relativi flussi finanziari salverebbero Sia. Grandaliano analizza le “problematiche che gravano sull’impianto”: “alla società occorrono circa 17 milioni di euro annui”, ma solo 14 verrebbero dalla firma novennale dei contratti. Restano fuori 3 milioni di euro all’anno, che “dovrebbero rinvenire dalla gestione dell’impianto”.
BUGIA N. 3: PERCHÈ LA SIA BOCCHEGGIA | Ah sì? Quale impianto? La discarica per la quale il sindaco né ha assicurato il post mortem del V lotto né ha mai fatto costruire il VI, facendo diventare turisti a caro prezzo i nostri rifiuti? O la biostabilizzazione mai partita per le quali l’ordinanza regionale 1/2017 prevede l’ingresso di Aseco Spa per salvare Sia? Ma almeno quei 3 milioni mancanti li metterebbe Aseco? Dall’azienda, l’avvocato Maurizio Cianci risponde “negativamente”.
Insomma senza aver dato seguito nel 2015 alla Aia 66 sull’impiantistica (con finanziamenti pressochè disponibili), la Sia dal 2015 ha solo costi e niente entrate. E chi si deve ringraziare? Il sindaco di Cerignola, che non ha neppure dato seguito alle prescrizioni della Kpmg per spending review e piano industriale. Lo stesso presidente Devenuto afferma che “il rilancio della società anche con l’auspicata realizzazione del VI lotto di discarica e la messa in esercizio dell’impianto di compostaggio oggi sono, purtroppo, obiettivi bel lontani dal loro raggiungimento”.
BUGIA N. 4: ASECO SALVERÀ SIA | L’ordinanza regionale di Michele Emiliano scade il 20 giugno, quando l’entrata in funzione di 16 biocelle dovrebbe consentire alla Spa di Aqp di recuperare la somma spesa per la realizzazione (1,5 su 6 milioni, la differenza a carico di Sia). Solo che ne sono state costruite ad oggi solo 8, neppure collaudate: “l’impianto avrebbe la capacità tecnica di trattare solamente 160 ton/die rispetto alle 312ton/die di cui all’Aia rilasciata”. Alla fine dei 6 mesi di ordinanza le biocelle funzioneranno? Quante? E quali saranno i rapporti tra Aseco ed i Comuni e con la Sia? Resterà anche dopo i 6 mesi dell’ordinanza? Aseco invece di salvare Sia ne pignorerà gli impianti e li gestirà a costo autonomo e non controllabile a scapito dei cittadini? Quasi sembra che il sindaco ed il governatore vogliano regalare la titolarità dell’Aia 66. Ed il locale Partito Democratico preferisce guardare altrove.
VERSO UN GRAVISSIMO DANNO AMBIENTALE | Ma il vero dramma, come se il fallimento di Sia Srl non lo sia abbastanza non solo per i 300 lavoratori, è il “rischio di un gravissimo danno ambientale”: aver lasciato di colpo il V lotto saturo senza manutenzione ha creato nel bacino un flusso di percolato “ben oltre 12 metri rispetto al livello massimo consentito”. Lo dicono i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico, né qualcuno potrà provvedere all’emungimento del percolato. Un’operazione intorno ai 250mila euro, che la Sia avrebbe dovuto accantonare, ma che non ha, e quindi con le piogge il rischio aumenta.
Il sindaco non ne parla. E allora tutto va bene. Ma solo per lui…