CERIGNOLA – Ancora un’attività commerciale colpita da delinquenti. I casi si moltiplicano e la frequenza aumenta: la città è sotto assedio e c’è bisogno di interventi forti ed autorevoli, non solo di spot.
Questa notte un altro esercizio commerciale ha subito l’incendio della saracinesca. E l’episodio si va ad aggiungere a quelli che a partire dal 4 novembre in villa comunale stanno interessando e preoccupando la comunità. Non è il momento di dividersi, nella sfida che appare sempre più quella tra persone perbene e delinquenti.
INCOMPRENSIBILI PRIORITÀ | I cerignolani hanno paura, alcuni fanno finta di niente. Ma risulta fuori luogo ed inaccettabile l’atteggiamento del sindaco, le cui uniche uscite riguardano il rigore subito ingiustamente dall’Audace a Nardò. Quello per lui è “un atto doloso” contro la città, tanto da richiedere il suo energico intervento presso la Federazione italiana giuoco calcio. Parole che in tempo di pace risulterebbero eccessive, convinti che un sindaco abbia altro a cui pensare. Ma qui siamo in guerra. Ed il capo di una comunità, che di militare ha solo le espressioni in terza persona come Giulio Cesare nel De Bello Gallico, non può limitarsi a dire che “al sindaco non piace perdere” e per questo diserta il palazzetto dello sport, oppure che si farà sentire in Figc perché non accadano più quegli errori arbitrali. Vorremmo che si impegnasse con uguale zelo, e prioritariamente, presso le stanze che contano, in favore della serenità della città.
IL PROBLEMA ESISTE E SI FA INSISTENTE | Esiste un serio problema di sicurezza, che non si combatte ignorandolo, banalizzandolo o facendo visita ai negozi colpiti, organizzando il gruppetto della maggioranza. Far sentire la presenza dell’istituzione alle vittime significa essere davvero rappresentativi, istituzionali, non faziosi.
E significa dar seguito ai proclami che annunciavano atti concreti in Giunta già il 5 gennaio, e di cui invece non esiste traccia.
Che sia tornato il racket o che siano messaggi di destabilizzazione, non si può pensare a frivolezze. È la città che lo chiede: la Cerignola onesta, quella che del rigore non si cura, se poi la notte non può dormire serena. Lo sport è importante, ma essenzialmente come veicolo sociale non legato ai risultati. E il nostro tessuto sociale è messo a dura prova in queste ore da queste intimidazioni. Se al silenzio delle associazioni preposte si aggiunge anche quello delle istituzioni, allora si sfocia nel lassismo e nella omertà.
NECESSARIO INTERVENIRE | Serve far rete in città tra gente perbene, far rete con le comunità limitrofe e far pesare richieste al Ministero. Siamo sempre convinti che non si possa ignorare un gruppo di 61 sindaci.
Serve lottare per quel commissariato di Polizia di primo livello (immaginato dalla passata amministrazione), derubricato frettolosamente e senza reali argomentazioni come troppo costoso ed impossibile. Si è preferito adibire l’Ex Tribunale a spazio culturale, usato saltuariamente. Come se ci possa essere cultura senza legalità.
Un quotidiano autorevole come Repubblica insinuava pochi mesi fa adiacenze tra ambienti pericolosi ed istituzioni, e nessuno lo ha querelato a difesa del buon nome della città. Ogni giorno accade qualcosa di spiacevole, e nessuno interviene se non a parole.
Lontani dall’addebitare colpe dirette ad un sindaco per quanto accade. Ma tutti chiediamo che lui eserciti il ruolo di sindaco, a capo della comunità cittadina. E un’amministrazione parla solo con atti concreti. E, se lo farà, tutti saremo al suo fianco, per Cerignola. Senza distinzione di bandiera.