Chi consiglia di non pagare e annuncia scappatoie incomprensibili sta ingannando i cittadini. E lo fa 2 volte: la prima, perché non ammette che quel famoso 30 luglio 2018 è stato a causa delle assenze nel Pd che Metta è riuscito ad approvare l’aumento Tari del +36%, che si sommava al +19% di qualche mese prima, con un incremento complessivo di circa il 61%. Se il Pd quel giorno di luglio fosse stato al completo, quell’aumento non ci sarebbe stato e Metta sarebbe pure andato a casa. Questo è un fatto storico, incontrovertibile.
Ma il Pd inganna i cittadini anche per un altro motivo: la Tari ha natura tributaria, non corrispettiva. Sia pur maledicendo il disservizio e chi l’ha causato. Se la tassa è finalizzata ad un servizio generale da erogare, un’imposta come la Tari è la copertura di un costo che comunque si affronta, piaccia o no, bene o male. D’altro canto, non si può sospendere la raccolta dei rifiuti…
Si può non pagare? Quelle che stanno confusamente arrivando nelle case sono lettere di avviso, non cartelle esattoriali.
Il Pd che litiga al suo interno e dà consigli diversi a seconda della corrente, sostanzialmente indica il ricorso come la soluzione a tutto, un ricorso a carico dei cittadini, ben diverso dalla class action unica annunciata in passato. Insomma, loro fanno, loro dicono, loro litigano e cambiano pure pensiero. Infine adesso loro dicono a voi cosa fare coi soldi vostri, sulla pelle vostra. Come già accaduto per la disputa sui suoli dell’Agrario, prima fanno ricorso al Consiglio di Stato, poi vengono giustamente rispediti al Tar. Poi, “armiamoci e partite”. Intanto, il tribunale amministrativo regionale ha già rigettato per infondatezza la richiesta di sospensiva, presentata dal Pd di San Ferdinando.
Sarebbe ridicolo, se non fosse tragico: sono stati complici dell’aumento Tari quel 30 luglio 2018 e oggi, che non riescono ad essere neppure d’accordo tra loro, dispensano ricette miracolose.