di ANTONIO RUSSO
Se non parlassimo di tasse sarebbe proprio una bella storia, di quelle a lieto fine, ma quella della Tari a Cerignola è proprio una brutta storia che porta la firma di un unico autore: un sindaco ambizioso ed incapace di programmare, gestire, amministrare. Questa amministrazione ci lascerà tante rotatorie, su un mare di debiti pubblici e privati oltre a tanta “monnezza”.
Debiti pubblici, perché l’inevitabile fallimento finanziario della società di gestione dei rifiuti si sta già ripercuotendo sulle casse comunali.
Debiti privati, perché saranno tanti i cittadini che non riusciranno a pagare quanto richiesto con la bolletta in arrivo.
Forse avremo una città pulita, moderna, europea? Niente affatto. Differenziata ferma ad un dispendioso, incivile, assurdo ed ingiustificato 0%, raccolta ingombranti inefficiente, strade sempre più sporche e maleodoranti. E l’estate alle porte, le sommosse dei dipendenti (increduli ed impauriti per il futuro incerto) fanno il resto: stiamo per essere nuovamente sommersi da cumuli di immondizia. Come un anno fa. Ricordiamo tutti le strade inondate dal fetore dei sacchetti abbandonati per oltre un mese e poi scelleratamente portati all’interporto, e lì abbandonati per 2 mesi.
In tribunale, la Sia attende di sapere se si salverà e frattanto il sindaco si auto sconta quasi 2 milioni di euro che non verserà. E spera ancora che poi la Sia si salvi…
Perché aumentare la Tari? Perché l’unica valvola di sfogo che ha un’amministrazione incapace è l’aumento delle tasse, come anche delle multe, senza offrire servizi migliori.
Cosa fare? Forse è il caso di non pagare, attendere l’ingiunzione e fare ricorso? Forse è meglio fare una class action lamentando l’illegittimità di una tassa esorbitante a fronte di servizi inesistenti? Oppure effettuare il pagamento e dopo chiederne il rimborso. Niente di tutto ciò. Sono palliativi, servono ad allontanare il problema e non a risolverlo: chi propone tali soluzioni lo fa irresponsabilmente e per pura propaganda politica.
Certamente l’unica vera soluzione è quella di mandare a casa l’attuale amministrazione e questo non avviene perché, purtroppo, chi può (da destra a sinistra dell’attuale assise comunale) continua a giocare sulle spalle e sulla salute dei cerignolani. Tante circostanze, casuali e non, hanno consentito e consentono una formale stabilità numerica all’amministrazione con poche, forse uniche, voci fuori dal coro.
È quindi necessaria una presa di coscienza collettiva che parta anche da un maggiore senso civico perché quella che era un’emergenza rifiuti è ormai diventato un problema cronico, emblema di un sistema locale che, al di là della facciata, fa acqua da tutte le parti: è il suggello di una politica approssimativa del fare, senza sapere cosa e soprattutto perché, senza strategia di lungo periodo nel ciclo del rifiuto, senza programmazione nella gestione, accumulando solo spese pazze, generando una spirale viziosa di inevitabile e continuo aumento delle tasse.