VIESTE – «Venerdì scorso abbiamo presentato una richiesta di intitolazione della Sottosezione della Polizia Stradale ai viestani infoibati». Il dirigente provinciale ed il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Gaetano Zaffarano e Matteo Parisi, rendono nota l’istanza inviata anche al sindaco, a cui si raccomanda l’osservanza della legge 92/2004 che istituì il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo.
I FATTI | «Tra il 1943 ed il 1947 in Istria, Dalmazia e lungo il confine orientale italiano – ricorda Parisi – si consumò una delle pagine più tristi della nostra storia: la tragedia delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati perpetrata per motivi etnici e politici dalle truppe comuniste slave di Tito». Fu una vera e propria pulizia etnica verso persone inermi, di ogni credo politico e religioso e di ogni ceto sociale, che avevano come unica “colpa” quella di essere italiani in un territorio non più italiano. Di questi, oltre 12mila vennero catturati, torturati e, come epilogo atroce, gettati nelle cavità carsiche (foibe). Ad altre 350mila persone spettò l’infelice destino dell’esilio.
UNA STORIA OCCULTATA | «La legge 92 del 30 marzo 2004 riaccese i riflettori su questa triste pagina dimenticata per decenni, tra pudore e vergogna dei sopravvissuti e negazionismo colpevole di chi ha scritto la storia», aggiunge il dirigente provinciale meloniano, Zaffarano, che ricorda come il 10 febbraio sia la data «scelta perché quel giorno nel 1947 fu siglata la pace di Parigi, che assegnava l’Istria e buona parte della Venezia Giulia alla Jugoslavia comunista».
VIESTE E LE FOIBE | «Il legame di Vieste con quei lontani territori del Nord Est risale proprio al 1947 – spiegano Zaffarano e Parisi – : il Comune di Vieste il 18 aprile ’47 deliberò di cedere una parte del proprio territorio per accogliere gli esuli di Pola e rifondare qui la città». Il romanzo horror “Strada senza ritorno” di Paolo De Chirico ed una targa alla Marina Piccola ricordano questo legame tra Vieste e Pola.
Non solo solidarietà però, ma anche tributo di sangue che la città garganica pagò in quegli anni a guerra finita. Tra gli “infoibati” ci furono diversi viestani. Vincenzo Vescera, poliziotto in servizio a Trieste, fu catturato il 2 maggio 1944 ed infoibato presso Basovizza: ai discendenti, su segnalazione del Comune di Vieste, venne riconosciuta la Medaglia alla Memoria del Presidente della Repubblica in occasione delle celebrazioni del “Giorno del Ricordo” del 2015 con la precedente amministrazione di cui proprio Zaffarano era assessore. Il nome di Vescera compare nella lapide commemorativa presente all’interno della Questura di Trieste. E ancora, Francesco Cavaliere (poliziotto in servizio a Gorizia); Francesco Paolo Ascoli (poliziotto); Giovanni Battista Chieffo (civile). Al triste elenco si aggiungono altri 2 viestani di cui si conosce solo il cognome, Russo e Santoro, presumibilmente poliziotti.
LA PROPOSTA DI FDI | «Per questo nei giorni scorsi – concludono Zaffarano e Parisi – il Circolo Fratelli d’Italia di Vieste ha chiesto alle autorità competenti di assumere ogni utile determinazione per l’intitolazione della sede della Sottosezione della Polizia Stradale di Vieste alla memoria dei viestani martiri delle foibe. Si tratta di un atto doveroso, un giusto riconoscimento ad una triste pagina di storia italiana che non deve essere dimenticata, un modo per omaggiare degnamente il sangue versato dai nostri concittadini nel compimento del proprio dovere».