CERIGNOLA – Chi vive a Cerignola ha accolto con disarmante scontatezza la doppia interdittiva antimafia di ieri, ma è la certezza che lo Stato c’è, e riserva attenzione alla nostra città.
Ieri il prefetto di Foggia ha reso noti i 2 provvedimenti contro la malavita (settori rifiuti e servizi), infiltrata nel tessuto economico. Nessuno stupore tra i cittadini, e semplice totonomi, in uno scenario che offre solo l’imbarazzo della scelta.
Dal novembre 2017 (la prima con conseguente scoppio del bar della villa comunale) ad oggi, siamo a quota 3. In passato il conto era fermo a zero.
Allora occorre osservare come la malavita da qualche tempo stia avendo maggiore facilità di interlocuzione, imponga la propria presenza con più forza. Questo non sfugge all’attenzione del prefetto, fortunatamente. E neppure a quella dei cittadini: chiunque nota cambi di proprietà in note attività, gestioni pubbliche strane. Ma quasi tutto scorre ormai nell’indifferenza, in nome del risultato finale: si dà più attenzione a “cosa” si fa, piuttosto che al “come” e “con chi”. Insomma, piace ammirare un bel fiore, e poco interessa se sia rubato. Una cultura dell’immediatezza che non guarda alle conseguenze a medio e lungo termine: forze economiche malavitose, ripulite e consolidate, che prendono via via il sopravvento a scapito dell’onesta imprenditoria.
Ciascuno è distratto. Fino allo scoppio di queste “bombe” (reali o virtuali che siano). Che ciò capiti a 6 giorni dalla scadenza dei 6 mesi di indagini anche a Palazzo di Città (altra novità assoluta), è solo un aspetto della situazione in cui versa Cerignola.
Attendiamo fiduciosi, certi che in uno scenario simile serva lo Stato per ripristinare ordine e legalità.