CERIGNOLA – Il chiosco di Corso Gramsci, angolo Via San Giuseppe, sarà abbattuto come chiesto dalla Soprintendenza, ma qualcuno si assuma le responsabilità tecniche e politiche dell’ennesimo strafalcione arrogante.
Una nota della massima autorità archeologica, belle arti e paesaggio definisce la struttura in cemento armato lungo il corso principale come “abusiva, autorizzata in violazione delle vigenti disposizioni di legge poste a tutela monumentale”. In sostanza, l’ok della Soprintendenza era condizione inderogabile per la costruzione. Ma nessuno dal Comune l’ha chiesto. E ora entro fine mese quella orrenda e pacchiana struttura dovrà essere demolita, perchè termineranno i 180 giorni concessi per farlo.
A parte la figuraccia di veder definita “abusiva” un’opera che ha l’ok dell’Ufficio tecnico, è doveroso interrogarsi su quali basi il dirigente comunale abbia concesso all’epoca il permesso per costruire, approvando quel progetto senza alcun necessario placet da Bari. Ora il privato potrà rivalersi sul Comune, avendo in mano il permesso rilasciato proprio dall’Ufficio tecnico. E come la mettiamo con le spese per la demolizione?
In ultimo, la situazione appare paradossale se si pensa che il controllo politico del settore tecnico è nella fattispecie delegato all’assessore Tommaso Bufano, architetto di professione. Né il dirigente né l’assessore hanno ravvisato la necessità di chiedere un parere alla Soprintendenza.
E ora… tutti giù per terra. Insieme alla credibilità di un intero Comune.