FOGGIA – Un partito che guardi al Sud, con capillare presenza dei leader e temi comunicativamente efficaci. È questo che chiede la comunità militante e dirigente di Capitanata ai vertici di Fratelli d’Italia. Riuniti gli stati generali del movimento di Giorgia Meloni in provincia di Foggia, la destra locale immagina un percorso da esporre alla leader, sabato alla manifestazione Fenix vicino Taranto, all’insegna della partecipazione e della condivisione dalla base.
LA POSIZIONE DI FDI | Formato il Governo, la posizione assunta da Meloni appare chiara: appoggio esterno, previa condivisione dei punti portati in Aula. E non può essere diversamente, con un esecutivo targato M5S-Lega che non vede la partecipazione della destra né al momento della stesura del “contratto” di Governo, né conseguentemente nella lista dei Ministri.
CRESCERE DIFFERENZIANDOCI | La campagna elettorale conclusa con le Politiche del 4 marzo sancisce la consacrazione di Fratelli d’Italia in Capitanata, come partito in crescita, che ha saputo dare il contributo all’elezione alla Camera del coordinatore regionale, Marcello Gemmato. Ma occorre crescere ancora, differenziandosi sia dalla Lega (sempre più presente elettoralmente anche a Sud) che da Forza Italia (che strizza l’occhio a frange del Pd). In questo scenario Fratelli d’Italia di Capitanata ben vede la delimitazione del perimetro sovranista, intendendo quello spazio politico occupato da chi guarda agli interessi dell’Italia, prima che dell’Europa. Non per questo rinnegando l’appartenenza alla moneta unica, ma sancendo il primato della sovranità italiana.
PRESENZA DEI LEADER SUL TERRITORIO | La leadership forte di Giorgia Meloni aiuta il partito a muovere passi importanti. Tuttavia occorre stagliarsi anche nel cielo sovranista, per evitare di apparire i fratelli piccoli di Matteo Salvini, e per offrire una degna alternativa a destra anche al populismo pentastellato. E allora, gioverà nei prossimi mesi recuperare e valorizzare dei temi programmatici peculiari, specifici e di impatto popolare, accompagnati da una comunicazione adeguata e dalla capillare presenza dei dirigenti nazionali più noti sul territorio, mancata a volte per ragioni organizzative. Perché il coinvolgimento dei “big” nelle dinamiche della periferia, su problemi tangibili e sentiti, non valorizza solo la classe dirigente locale, ma costituisce un accreditamento di tutto il Partito, anche in chiave elettorale.
#SUD | Il tema a Sud è il Sud. Un meridionalismo che è una necessità di attenzione che nessuno sta dando nelle stanze dei bottoni: assente la parola “Sud” nel contratto giallo-verde, assenti i temi essenziali, che Fratelli d’Italia aveva individuato al punto 8 del proprio programma, quello dal titolo “Rilancio dell’economia nazionale, partendo dal Sud Italia”: “Investire nell’ammodernamento della Nazione e sulla capacità digitale. Garantire le condizioni generali per l’attività imprenditoriale e per attrarre gli investimenti stranieri: giustizia civile efficiente; burocrazia snella; adeguato sistema logistico e infrastrutturale; tassazione equa. Dare al Sud Italia le condizioni infrastrutturali, logistiche, economiche necessarie alla crescita e allo sviluppo del territorio. Piano straordinario di potenziamento e ammodernamento del trasporto pendolare. Super deduzione per le aziende del Nord che aprono sedi secondarie nel Meridione. Lotta alla criminalità, controllo del territorio. Zero tasse per le imprese che operano nelle zone più disagiate. Tasse al 10% per i pensionati italiani e stranieri che spostano la residenza nel Sud Italia”. Ripartiamo dal Sud. Questa parte d’Italia saprà essere grata.