CERIGNOLA – L’annunciata biostabilizzazione non è partita il 15 marzo e non se ne conosce la ragione. Come non si sa a quale tariffa sarebbe stata o sarà, né a chi si pagherà. O come sono regolamentati i rapporti tra Aseco Spa, Sia Srl e Consorzio Bacino Foggia 4. Il rischio è la svendita dell’impiantistica dei 9 Comuni ad Aseco. Così, complice il mancato inizio dei lavori al VI lotto di discarica, Sia non potrà sperare di salvarsi né con ggli introiti del conferimento in discarica, né con quelli di una biostabilizzazione ancora fumosa. Servono risposte concrete e documentate dal presidente del Consorzio e sindaco di Cerignola.
L’ANNUNCIATO COLLAUDO | In seguito a diversi ritardi e difficoltà finanziarie e gestionali di Sia Srl, la Regione Puglia il 22 dicembre emanava l’ordinanza 1/2017, con cui il governatore Michele Emiliano stabiliva l’ingresso di Aseco Spa (partecipata pubblica di Aqp) nella gestione dell’impiantistica gestita da Sia Srl per contro dei 9 Comuni del Consorzio. Durata massima, 6 mesi. Dettagli, costi, futuro, non meglio definiti.
Aseco Spa investiva 1 milione e mezzo per la costruzione di 8 biocelle iniziali (altre 8 sono previste, per un totale di 16) a Forcone Cafiero: è la struttura sequestrata dai Noe nel 2016 anche per l’indisponibilità della discarica, dopo il no di Metta al VI lotto. Sia Srl, dal canto suo, per la biostabilizzazione contraeva un mutuo ed investiva 2,5 milioni di euro. Altri 2 milioni completeranno l’importo totale.
L’8 marzo il sindaco Franco Metta comunicava il collaudo di una biocella (coi rifiuti di Cerignola, Margherita di Savoia, Orta Nova, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli) annunciando l’inizio della biostabilizzazione il 15 marzo. Alla data fissata, niente è però successo. In ballo, le tonnellate di carico in biocella, così come monitorato dall’Arpa.
SIA SRL PRIMA DI METTA | Prima di Metta, Sia Srl non scoppiava di salute, tra ritardi dei Comuni e ingerenze politiche, ma sopravviveva e guardava con fiducia al VI lotto ed all’inizio della biostabilizzazione. La relazione della Kpmg, su richiesta di Antonio Giannatempo e poi del reggente del Consorzio, Michele Lamacchia, evidenziò a inizio 2015 l’esigenza di accorgimenti nella gestione di Sia, a cominciare da un piano industriale ed una ferrea spending review. Il tutto, in vista della realizzazione dell’Aia 66/2014 che avrebbe portato alla costruzione ed il funzionamento del VI lotto di discarica ed alla biostabilizzazione (fonti di risparmio per i Comuni soci, e introiti anche da quelli esterni al Consorzio).
A giugno 2015 Metta diventava sindaco di Cerignola e presidente del Consorzio: “Il VI lotto a Cerignola non si farà mai fino a quando io sarò sindaco di questa città”, aveva detto nel primo Consiglio del 31 luglio. E frattanto attraverso un pubblico concorso nominava Michele Centola direttore generale, salvo presto accompagnarlo alla porta quando l’ingegnere si permise di dar seguito alle prescrizioni della Kpmg: piano industriale e spending review. Al suo posto, senza più curarsi della graduatoria concorsuale, il management veniva affidato a Nicola Iungo del consiglio di amministrazione mettiano, nella convinzione di poter salvare Sia coi nuovi contratti di Aro, ammesso che si faccia in tempo.
ASECO DA PRESUNTA SALVATRICE A PADRONA | A 3 mesi dalla scadenza dell’ordinanza, la cosa grave è l’entrata non regolamentata di Aseco che potrà diventare azionista degli impianti oggi di Sia. Solo che mentre oggi 9 Comuni sono soci di Sia, domani non avremo partecipazione in Aseco: con 1,5 milioni spesi, si potrà appropriare di una struttura che costa almeno 6 milioni in tutto. Nessun atto notarile regolamenta i rapporti tra Aseco, Sia e Consorzio. E il 15 marzo si voleva far partire tutto senza alcuna garanzia, con Aseco titolare dell’Aia 66/2014: Aseco farà la biostabilizzazione, Aseco incasserà dai Comuni alla tariffa che vorrà. La Sia, i Comuni e il Consorzio sono tagliati fuori.
Inoltre, Aseco entra solo in una cogestione interessata della biostabilizzazione. Non nella debitoria pregressa. Insomma una cessione di ramo d’azienda a tutti gli effetti coi soli vantaggi (senza oneri) per Aseco.
E frattanto Sia resta ancora senza neppure la partenza della costruzione (e quindi del funzionamento) del VI lotto di discarica, dopo che Metta nel 2015 per cambiale elettorale aveva bloccato gli effetti dell’Aia 66/2014. Da allora, i rifiuti sono stati sballottati a Foggia (per la biostabilizzazione) e Grottaglie (per lo stoccaggio) con aggravio dei costi ai cittadini (Tari rincarata del 18% a Cerignola) e senza introiti a Sia, sempre più nei guai, in preda a giustificabili agitazioni sindacali delle maestranze e sempre più dal futuro incerto. E frattanto le città sono piene di rifiuti, nel silenzio di chi dovrebbe spiegare e documentare presente e futuro, difendendo territorio, impianti e lavoratori.