CERIGNOLA– Il Comune di Cerignola riesce ad essere ultimo tra gli “indifferenti” alla raccolta differenziata. Se il nostro livello era risibile nel 2017 (media annuale del 3%), nel 2018 siamo tra “i non pervenuti” del mondo dei rifiuti. Frattanto la Tari è alle stelle e la città resta sporca.
L’ESEMPIO DI BICCARI |Il 15 dicembre a Trento (vicino Bolzano), si è tenuto il Premio nazionale dei Comuni Virtuosi 2018, con i 50 finalisti della XII edizione del Premio Comuni Virtuosi. In Capitanata, stiamo messi tutti male (chi più, chi meno). Tranne Biccari: la piccola realtà dei Monti Dauni si conferma autorevole inmateria di ciclo dei rifiuti, grazie all’innovativo progetto della mensa “plastic free” (in collaborazione col Ministero e l’UniFg) e il “Negozio dei rifiuti“, che dal 2015 in base ai rifiuti differenziati dà ai cittadini dei buoni da spendere in esercizi convenzionati, favorendo anche la permanenza di un’economia locale basata sul commercio di prossimità. A Biccari si viaggia stabilmente oltre il 62% di rifiuti recuperati e sottratti alla discarica.
ECOTASSA AL MASSIMO DA 2 ANNI | A Cerignola, provincia di Bolzano (negli annunci del primo cittadino), i dati non sono neppure stati trasmessi e caricati sul portale della Regione Puglia (né su quello altoatesino). Né per il nostro Comune, né per gli altri del Consorzio (5 Reali Siti). Sono tenuti a farlo entro gennaio i gestori degli impianti di destinazione. Noi non rischiamo la sanzione del raddoppio d’ufficio dell’ecotassa, perché dal 2016 siamo passati da 5 euro a tonnellata al massimo previsto: 25 euro. Un misto disciatteria, insolenza amministrativa e arroganza ambientale.
ANNUNCI TRIONFALI E DIMENTICATI | Nel 2017 si annunciavano 818mila euro regionali per acquistare macchinari e avviare la raccolta differenziata. Il sindaco parlava di 13 zone in cui avrebbe diviso la raccolta da far partire ad aprile 2018. Ad aprile 2018, però, cominciavano i guai seri con Sia Srl, sempre più sul baratro dopoaver detto “no” al VI lotto previsto con l’Aia 66/2014, dopo averne perso la titolarità (in capo ad Aseco) ed essere costretti a portare fuori e a costi crescenti i nostri rifiuti. Insomma, in futuro se va bene saremo ospiti a casa nostra, pagando cifre stratosferiche. E perché? Perché s’è incartato tra gli annunci della campagna elettorale e la smania di privatizzare Sia. Ora ci sono pure i bidoni nuovi, ma restano colmi per giorni egiorni.
COSTI ALLE STELLE | Col V lotto di Forcone Cafiero saturo, il VI e le 16 biocelle lontane da venire, frattanto il costo dell’umido è passato da 80 a 160 euro a tonnellata, mentre quello dell’indifferenziato da 96 a 170 euro. E siccome il costo del servizio (raccolta, trasporto e conferimento) deve e può essere coperto solo dai cittadini, eccoci arrivare prima un aumento del 19%, per poi vederci piovere la doccia fredda del maledetto +36% del 30 luglio scorso. Un incremento dettato dal preventivo mai accettato della coratina Asipu Spa.
SERVIZIO DA STALLA | Pagando di più, e tanto di più, sarebbe lecito attendere un servizio decente. Niente: 800 tonnellate di rifiuti dapprima in strada per un mese a luglio, poi a marcire all’interporto per 70 giorni. E quando la Procura di Foggia ha finalmente disposto il trasferimento dei rifiuti (derubricando l’accaduto), il sindaco, preso a cicoriate, pretendeva pure l’applauso. Ora Cerignola è sporca, l’azienda Sia attende il responso del tribunale per sapere se potrà sopravvivere coi suoi dipendenti, il Consorzio ha perso 3 Comuni della Bat stufi degli atteggiamenti del sindaco cerignolano, i titolari dell’Aia non siamo più noi. E nelle famiglie si piange: il 30 novembre è scaduta la prima rata 2018. E siamo tutti più poveri. In una città sporca, con servizi inesistenti, dopo un’estate assurda in mezzo all’immondizia.